Alberti, Leon Battista (Genova 1404 - Roma 1472), architetto e scrittore italiano, fu il primo importante teorico dell'arte rinascimentale e autore di progetti improntati ai canoni di uno stile classico puro, derivato dall'antica architettura romana. La sua figura è da comprendere tra i più brillanti esempi di uomo rinascimentale, dalla poliedrica cultura tesa al recupero del sapere del passato e nello stesso tempo all’innovazione pratica e teorica nei campi dell’arte e della letteratura.
Figlio di un nobile fiorentino esiliato, ricevette un'ottima educazione, e intraprese studi giuridici dapprima a Padova, in seguito all'Università di Bologna. Studiò il greco, fatto non comune per l’epoca, ma si interessò presto anche di discipline come la matematica e le scienze naturali.
Nel capoluogo toscano soggiorna dal 1439 al 1443, anni nei quali si fa più intensa la sua attività letteraria e la sua partecipazione alla vita culturale fiorentina: è qui infatti che ha modo di frequentare artisti come Donatello e Filippo Brunelleschi. Con quest’ultimo è intenso lo scambio di idee e riflessioni sulla teoria della prospettiva. Nel trattato Della pittura, (1435), composto prima in latino e quindi in volgare, e dedicato proprio a Brunelleschi, Alberti enuncia le leggi matematiche che sottostanno alla rappresentazione della profondità spaziale, punto di riferimento fondamentale per la tutta la successiva pittura occidentale. Si occupò teoricamente delle varie arti scrivendo numerosi trattati tra i quali appunto il Della Pittura scritto nel 1436 circa, il De Re Aedificatoria scritto tra il 1450 e il 1472 fu il primo testo stampato (nel 1485, in dieci libri) sull'architettura del Rinascimento e il De Statua Scritto intorno al 1464.
Alberti prestò la sua opera di architetto a Mantova, Rimini e in altre città del Nord Italia, e ottenne importanti incarichi a Roma: nella capitale, sotto papa Niccolò V gli fu affidato il rifacimento di antichi edifici, tra cui le chiese di Santo Stefano Rotondo e Santa Maria Maggiore.
Benché i suoi edifici possano essere classificati tra le opere più rappresentative dell'architettura rinascimentale, egli fu sempre più attivo sul versante teorico che su quello pratico. Ad esempio, forniva i progetti ma non ispezionava né visitava mai i cantieri. La purezza classica del suo stile, basata sulla ricerca dell'armonia proporzionale, sulle forme proporzionate e modellate sull'uomo, preparò la strada a Bramante e influenzò tutta l'architettura occidentale dei secoli a seguire.
La sua cultura lo rese ricercato presso le più importanti corti del Quattrocento: fu a Ferrara dove per gli Estensi progettò l’Arco del Cavallo sul quale poggia la Statua equestre di Nicolò III d’Este e il campanile della cattedrale della città. A Roma Papa Nicolò V gli diede l'incarico del riordino urbanistico della città e del restauro di S. Maria Maggiore, S. Stefano Rotondo, S. Teodoro.A Firenze per il mercante Giovanni Rucellai edificò un palazzo che divenne modello dei palazzi signorili del rinascimento. La facciata composta di conci lisci a ordini sovrapposti, è divisa in senso verticale da lesene e in senso orizzontale da cornici marcapiano. Sempre per Rucellai seguì altre opere: la Cappella di San Pancrazio e il compimento della facciata di Santa Maria Novella, adottando in quest'ultima un rivestimento a marmi policromi seguendo un disegno chiaro e lineare.
Chiesa di Sant'Andrea
Progettò per i Gonzaga a Mantova le chiese di San Sebastiano a pianta centrale e di a pianta Sant’Andrea longitudinale. La chiesa Sant’Andrea voluta dal marchese Ludovico lì Gonzaga, si inserisce nel piano dì ristrutturazione urbanistica, seguito al nuovo prestigio internazionale assunto dalla città, dopo il Concilio tenutosi a Mantova nel 1459. lì progetto venne affidato all’architetto simbolo del movimento umanistico che stava sconvolgendo l’italia del XV secolo: Leon Battista Alberti. L’Alberti iniziò il progetto nel 1470, ma non riuscì mai a portarlo a termine poiché la morte lo colse nel 1472. lì cantiere passò quindi a Luca Fancelli che lo completò nel 1488 seguendo i progetti del grande predecessore. La grandiosa facciata richiama evidenti suggestioni classiche, secondo i canoni rinascimentali che ispiravano le opere albertiane, presentando così un timpano sorretto da un architrave che sormonta un grande arco trionfale. Questa struttura è incorniciata da enormi lesene sormontate da capitelli corinzi, che contengono quattro nicchie, di cui due dotate di finestre e due cieche. L’interno di notevoli dimensioni (103 m di lunghezza per 19 di larghezza e 28 di altezza), segue lo schema della pianta a croce latina con un’unica navata in cui gli spazi paiono dilatarsi, sormontata da una volta a botte. Splendida è la cupola settecentesca del Juvarra che corona l’edificio albertiano, anche se la sua esuberanza tardobarocca sembra non armonizzarsi perfettamente con la perfetta volumetria del disegno originale. La basilica conteneva inoltre il prezioso sangue di Cristo, che la leggenda voleva essere stato portato in Mantova da San Longino, soldato romano convertitosi al cristianesimo dopo avere colpito Cristo al costato.
prof. Della Ca'