
martedì 30 settembre 2008
I musical

Le fate, Carlo Collodi
Puffetta, Pallina e ...
C'era una volta una vedova che aveva due figliuole. La maggiore somigliava tutta alla mamma, di lineamenti e di carattere, e chi vedeva lei, vedeva sua madre, tale e quale. Tutte e due erano tanto antipatiche e così gonfie di superbia, che nessuno le voleva avvicinare. Viverci insieme poi, era impossibile addirittura. La più giovane invece, per la dolcezza dei modi e per la bontà del cuore, era tutta il ritratto del suo babbo... e tanto bella poi, tanto bella, che non si sarebbe trovata l'eguale. E naturalmente, poiché ogni simile ama il suo simile, quella madre andava pazza per la figliuola maggiore; e sentiva per quell'altra un'avversione, una ripugnanza spaventevole. La faceva mangiare in cucina, e tutte le fatiche e i servizi di casa toccavano a lei.Fra le altre cose, bisognava che quella povera ragazza andasse due volte al giorno ad attingere acqua a una fontana distante più d'un miglio e mezzo, e ne riportasse una brocca piena.Un giorno, mentre stava appunto lì alla fonte, le apparve accanto una povera vecchia che la pregò in carità di darle da bere."Ma volentieri, nonnina mia..." rispose la bella fanciulla "aspettate; vi sciacquo la brocca...". E subito dette alla mezzina una bella risciacquata, la riempì di acqua fresca, e gliela presentò sostenendola in alto con le sue proprie mani, affinché la vecchiarella bevesse con tutto il suo comodo.Quand'ebbe bevuto, disse la nonnina: "Tu sei tanto bella, quanto buona e quanto per benino, figliuola mia, che non posso fare a meno di lasciarti un dono". Quella era una Fata, che aveva preso la forma di una povera vecchia di campagna per vedere fin dove arrivava la bontà della giovinetta. E continuò: "Ti do per dono che ad ogni parola che pronunzierai ti esca di bocca o un fiore o una pietra preziosa". "Mamma, abbi pazienza, ti domando scusa...", disse la figliuola tutta umile, e intanto che parlava le uscirono di bocca due rose, due perle e due brillanti grossi. "Ma che roba è questa!...", esclamò la madre stupefatta, "sbaglio o tu sputi perle e brillanti!... O come mai, figlia mia?...". Era la prima volta in tutta la sua vita che la chiamava così, e in tono affettuoso. La fanciulla raccontò ingenuamente quel che le era accaduto alla fontana; e durante il racconto, figuratevi i rubini e i topazi che le caddero già dalla bocca! "Oh, che fortuna...", disse la madre, "bisogna che ci mandi subito anche quest'altra. Senti, Cecchina, guarda che cosa esce dalla bocca della tua sorella quando parla. Ti piacerebbe avere anche per te lo stesso dono?... Basta che tu vada alla fonte; e se una vecchia ti chiede da bere, daglielo con buona maniera". "E non ci mancherebbe altro!...", rispose quella sbadata. "Andare alla fontana ora!". "Ti dico che tu ci vada... e subito", gridò la mamma.Brontolò, brontolò; ma brontolando prese la strada portando con sé la più bella fiasca d'argento che fosse in casa. La superbia, capite, e l'infingardaggine!... Appena arrivata alla fonte, eccoti apparire una gran signora vestita magnificamente, che le chiede un sorso d'acqua. Era la medesima Fata apparsa poco prima a quell'altra sorella; ma aveva preso l'aspetto e il vestiario di una principessa, per vedere fino a quale punto giungeva la malcreanza di quella pettegola. "O sta' a vedere...", rispose la superba, "che son venuta qui per dar da bere a voi!... Sicuro!... per abbeverare vostra Signora, non per altro!... Guardate, se avete sete, la fonte eccola lì". "Avete poca educazione, ragazza...", rispose la Fata senza adirarsi punto, "e giacché siete così sgarbata, vi do per dono che ad ogni parola pronunziata da voi vi esca di bocca un rospo o una serpe. "Appena la mammina la vide tornare da lontano, le gridò a piena gola:"Dunque, Cecchina, com'è andata?". "Non mi seccate, mamma!...", replicò la monella; e sputò due vipere e due rospacci. "O Dio!... che vedo!...", esclamò la madre. "La colpa deve essere tutta di tua sorella, ma me la pagherà...". E si mosse per picchiarla. Quella povera figliuola fuggì via di rincorsa e andò a rifugiarsi nella foresta vicina. Il figliuolo del Re che ritornava da caccia la incontrò per un viottolo, e vedendola così bella, le domandò che cosa faceva in quel luogo sola sola, e perché piangeva tanto. "La mamma...", disse lei, "m'ha mandato via di casa e mi voleva picchiare...". Il figliuolo del Re, che vide uscire da quella bocchina cinque o sei perle e altrettanti brillanti, la pregò di raccontare come mai era possibile una cosa tanto meravigliosa. E la ragazza raccontò per filo e per segno tutto quello che le era accaduto. Il Principe reale se ne innamorò subito e considerando che il dono della Fata valeva più di qualunque grossa dote che potesse avere un'altra donna, la condusse senz'altro al palazzo del Re suo padre e se la sposò. Quell'altra sorella frattanto si fece talmente odiare da tutti, che sua madre stessa la cacciò via di casa; e la disgraziata dopo aver corso invano cercando chi acconsentisse a riceverla andò a morire sul confine del bosco.
La vita è bella
Il film tratta di una tragica storia vissuta da Guido, Dora e il figlio Giosuè.
Il film inizia con un particolare incontro tra Guido e Dora, infatti, la donna viene punta da una vespa e cade dalla finestra di un mulino finendo tra le braccia di Guido.
Guido e Principessa si sposano e dal loro amore nasce il piccolo Giosuè.
Il tempo passa e l'antisemitismo raggiunge il paesino. Iniziano le prime manifestazioni di intolleranza contro gli ebrei, infatti, sulle vetrine dei negozi vengono attaccati dei cartelli con su scritto Vietato l'ingresso agli ebrei. Finché un giorno Giosuè e il padre vengono deportati nei campi di concentramento. Dora, sebbene non fosse ebrea, quindi non inserita nelle liste, decide di seguirli salendo sul treno.
Arrivati a destinazione, i soldati nazisti separano i maschi dalle femmine. Guido rimane col figlio e per proteggerlo dall'orrore, gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi e la persona che resisterà fino alla fine vincerà un bellissimo carro armato.
Le giornate nel campo di concentramento sono durissime, Guido lavora pesantemente dalla mattina alla sera mentre Giosuè rimane nascosto sotto al letto per non essere ucciso. Infatti, i bambini e gli anziani credendo di dover andare alle docce in realtà venivano portati nelle camere a gas per essere uccisi e dato che Giosuè odiava farsi la doccia si nasconde.
Una notte, all'improvviso, i soldati tedeschi abbandonano freneticamente il campo dopo aver fatto strage dei deportati rimasti. Guido è preoccupato perché non sa come sta la moglie Dora quindi decide di nascondere Giosuè in una cassetta per imbucare la posta, promettendogli di ritornare, ma mentre è alla ricerca della moglie viene scoperto e fucilato.
La guerra finisce e gli alleati liberano i campi di concentramento, a questo punto Giosuè esce dal nascondiglio e vendendo il carro armato pensa di aver vinto.
Il film mi è piaciuto molto in quanto si vede il profondo amore che un padre prova per il proprio figlio. Il protagonista, infatti, cerca di non far capire al figlio ciò che stava succedendo realmente, facendogli credere che fosse tutto un gioco e che se si fosse comportato bene, seguendo tutte le regole, avrebbe vinto il premio tanto ambito.
Koku
domenica 28 settembre 2008
I teatri milanesi
Milano è molto ricca di teatri.
Un palcoscenico storico è quello del Piccolo Teatro, fondato da Giorgio Strehler e Paolo Grassi. La sua scuola di teatro è una delle espressioni culturali più prestigiose della città.
Molti teatri (Carcano, Elfo, ecc.) propongono spettacoli di prosa adatti a ogni genere di pubblico.
Lalla
Roger Federer
Roger Federer è il primo campione dai tempi di Bill Tilden, e quindi dal 1925, capace di vincere il torneo per cinque volte di fila ed è dunque l'unico giocatore della storia ad aver vinto per 5 volte consecutive due tornei dello slam, Wimbledon e l'Open degli Stati Uniti!
Con questo successo Federer riscatta una stagione che sarebbe stata splendida per chiunque altro, ma non certo per uno come lui abituato in meno di 5 anni a vincere 12 slam. Ora è arrivato il 13° e al prossimo Open d'Australia è previsto lo storico aggancio a Pete Sampras.

giovedì 25 settembre 2008
Compositori esordienti
lunedì 22 settembre 2008
I diari della motocicletta

sabato 20 settembre 2008
Vasco Rossi - Albachiara (Live 1998)
Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
ti risvegli con il sole
sei chiara come un'alba
sei fresca come l'aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.
Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
solo per farti guardare.
E con la faccia pulita
cammini per strada mangiando una
mela coi libri di scuola
ti piace studiare
non te ne devi vergognare
E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po' troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni....
Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori
Vasco: un mito per tutte le generazioni

giovedì 18 settembre 2008
Marino Moretti, Che è che vaga nell'aria?
Ma che è che vaga nell’aria ?
Ed ecco vien di laggiù
l’eco di un canto, di più
canti, cento arie in un’aria.
Non parlare, anima mia;
prima che venga una stella
giriamo la manovella
d’un organo di Barberia.
Fai che questo tuo poeta
che vive così distante
dal mondo chieda a un passante
una piccola moneta.
Taci dunque, anima mia;
mentre che scende la sera
andiamo dove ci conduce
questo suono, andiamo via.
Scelta per noi da Dragone rosso
mercoledì 17 settembre 2008
Hancock
La trama è un po’ debole, il film è più scorrevole nella prima parte mentre nella seconda ci sono troppe scene che “confondono” lo spettatore.
Il film si salva grazie a effetti speciali degni di nota.
Senza dubbio gli attori hanno fatto film più importanti, ma se volete passare un paio d’ore piacevoli, questo è il film che fa per voi.
Genere: azione
Regia: Peter Berg
sabato 13 settembre 2008
Aforisma




