La “rivoluzione” di Vasco Rossi, iniziata a metà degli anni ‘80, continua ancora oggi che è diventato un mito, l’eroe autentico e unico capace di guadagnarsi la complicità di una straordinaria folla di fans ai suoi concerti.
Decisamente controcorrente, Vasco irrompe nel panorama musicale nell’epoca in cui era di moda la canzone impegnata, scompigliando lo scenario musicale, riferendosi, nei testi, a temi del privato che arrivano direttamente come un pugno allo stomaco.
Primo fra tutti in Italia a sostituire la chitarra acustica con quella elettrica, il suo linguaggio è il rock e la band il suo mezzo di espressione. Poeta metropolitano, le sue canzoni sono polemiche, provocatorie e ironiche. Raccontano le piccole e grandi esperienze di vita vissuta che nessun altro, all’infuori di lui, riesce a comunicare con la stessa verità e autenticità. Ognuno vi s’identifica. Sfoghi che partono spontanei dallo ‘stomaco’ e diventano poesia da cantare. Esattamente come succede ai suoi concerti che sono un’occasione sempre attesa dal suo popolo, non solo per incontrarsi ma anche e soprattutto per riconoscersi, festeggiare, sognare, amare, provare grandi emozioni e...stare meglio insieme ad un amico vero!
Non a caso i suoi concerti richiamano sempre un numero enorme di fans, risultando poi talmente carichi di energia che il coinvolgimento risulta totale. Vasco è l’unica rockstar italiana.
La svolta decisiva è del 1990, quando in due soli concerti, realizza il record di presenze con oltre 110.000 fans (10/7 S. Siro -Milano e 11/7 Flaminio- Roma). Per la prima volta un rocker italiano sbaraglia la concorrenza degli artisti internazionali, tra i quali i Rolling Stones e Madonna. Da allora “la musica è cambiata” e, come ha scherzato una volta Vasco, “se gli stranieri vogliono venire in Italia, devono prima bussare...”.


1 commento:
ma chi a scritto sta cosa cmq bella
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