giovedì 9 ottobre 2008

Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco

Vi ricordate di cosa abbiamo parlato martedì?
Di Napoleone, di Ugo Foscolo, dei Sepolcri ed eccetera, eccetera, eccetera... dove siamo finiti? A Napoli, nella chiesa di Santa Maria della Anime del Purgatorio.
Siccome ultimamente sonnecchiate un po' troppo e chiacchierate altrettanto, visto che il macabro vi piace parecchio attirando la tanto sospirata (da me!) vostra attenzione, vi incollo qui sotto una pagina del mio diario di viaggio di maggio 2008 e qualche foto del lugubre sepolcro.
"Tra la miriade di chiese di cui è costellata Napoli, quella che ha sconvolto maggiormente me e le mie compagne di viaggio è stata Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, titolazione lunghissima che nasconde una chiesa angosciante ma allo stesso tempo fortemente catalizzante.
Forse avremmo dovuto avvertire un senso di disagio già davanti alla facciata, dato che ad accoglierci c'erano una serie di pilastrini di pietra sulla cui sommità erano adagiati teschi in bronzo. Ma l'interno ci è parso quello di una tipica chiesa del Seicento napoletano, sì, certo, un po' bizzarro con tutti quei teschi decorativi sull'altare maggiore!
Per farla breve, una guida ci ha spiegato che la chiesa fu voluta da un gruppo di nobili napoletani il quale aveva fondato una congragazione la cui finalità era celebrare messe giornaliere per le anime del Purgatorio. Oltre a questa missione, la congregazione si occupava di seppellire i morti, vestire i bisognosi, curare gli infermi. E fin qui nulla di inconsueto per l'epoca.
Le messe e i riti funebri avvenivano anche in un altro luogo, sottostante la chiesa: infatti, attraverso una scala posta a sinistra dell'ingresso principale, abbiamo avuto accesso all'ipogeo.
Qui l'atmosfera è davvero da thriller, non solo perché la grande aula che serviva per la preghiera dei defunti è piuttosto decadente, buia e fredda, ma soprattutto perché porta ad un altro livello sottostante che fungeva un tempo da cimitero.
Ed ecco la meraviglia che porta all'orrore: una serie di edicolette rivestite di piastrelle da bagno che contengono qualche teschio mezzo rotto e capovolto, ossa buttate a casaccio, due file di montagnette di terra cimiteriale, ganci alle pareti a cui venivano appesi i defunti per far defluire gli umori corporei e dulcis in fundo Lucia.
Lucia è il nome di una teschio posto in una di queste stranissime edicolette piastrellate. Lucia ha un velo bianco da sposa. Lucia è il teschio più amato della chiesa, ancora oggi riceve omaggi ed ex voto. Sull'edicola di Lucia c'è una scritta al neon che recita, appunto, il suo nome, Lucia (avrei pagato per vederla accesa!). Lucia pare fosse una giovane sposa vittima di un naufragio proprio nel giorno delle sue nozze. Ora è una sorta di santa-vip (dato il neon). Che dire?
La chiesa è stata sconsacrata nel 1969 proprio a causa di questi riti funebri eccessivamente macabri e inclini alla superstizione.
Per quanto ci riguarda, siamo tornate nel mondo dei vivi inorridite e un po' nauseate, ma un brivido di piacere è corso lungo la schiena di tutte noi: abbiamo esorcizzato la morte!
".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che fissazione macabra! Fa rabbrividire!!! Avevano proprio strane tradizioni...

Anonimo ha detto...

ke brividi erano proprio strani

Anonimo ha detto...

tutti in francia